Per. Ind. Loris Batacchio <lorisbatacchio@dentroefuori.it>

martedì 6 novembre 2001 10.35

it.lavoro.professioni

[PERITI-INDUSTRIALI] & requisiti tecnico professionali.

 

La riconfermata incapacità dei nostri rappresentanti nazionali a gestire e
difendere le peculiarità di categoria è ormai risaputa.
Dopo la figuraccia del congresso nazionale di Roma si aspettano con ansia le
dimissioni in blocco di un consesso AL COMPLETO fallimentare ed anzi
dannoso.

Nel 1990 la L. 46/90 passò dopo un iter lunghissimo e tortuoso ed insistere
su determinati aspetti che riguardavano i periti industriali, ad esempio,
poteva rappresentare un ulteriore ritardo inaccettabile, cosa che il CNPI di
Jogna si astenne dal fare.

Infatti, l'art. 3 della L. 46/90, ora modificato dall'art. 109 del DPR
380/01, contiene al comma b)  la possibilità per i periti industriali, ma
anche dei diplomati degli istituti professionali, di poter ottenere i
"requisiti tecnico-professionali" previo "inserimento di almeno un anno"
alle dirette dipendenze di un'impresa del settore.

Per quanto ci riguarda direttamente, tale comma si scontra nettamente con
l'art. 16 del RDL 275/29 che prevede per i periti industriali, tra l'altro,
lo "svolgimento di funzioni esecutive inerenti i lavori....".
Perchè allora "equiparare" di fatto un neodiplomato perito industriale con
uno abilitato all'esercizio della libera professione ed esercitante, magari,
da anni nel settore ?
A quest'interrogativo il CNPI (quello attuale, rimosso dall'indignazione
collegiale di Roma) non ha mai risposto e, peggio, non è mai intervenuto,
tant'è che il freschissimo DPR 380/01 contiene la medesima discriminazione
perpetrata ai danni di chi gli IMPIANTI LI PUO' PROGETTARE MA NON
INSTALLARE, a meno che non decida di andare a fare l'operaio presso
un'impresa di installazione...

Tanto più che ora, con il citato DPR viene istituito -finalmente- presso le
CCIAA un albo dei "soggetti in possesso dei requisiti tecnico
professionali".
Sarebbe bene che il prossimo CNPI questa cosa non la lasci sfuggire
insistendo presso il Ministero dell'Industria sulla sovrapposizione di due
norme ben precise di cui l'ultima in danno (come al solito) della categoria.

E' un pò come la triste storia del ruolo dei periti assicurativi che ha
tolto, grazie anche all'atteggiamento colpevole del CNPI, delle
competenze -da sempre- riservate agli ingegneri ed ai periti industriali,
sanando paradossalmente le situazioni di categorie assolutamente digiune
della meccanica degli urti, tipo ragionieri, geometri, periti agrari,
avvocati ed anche carrozzieri con la licenza media.

Teniamo gli occhi aperti e impariamo a rompere le scatole ai presidenti dei
nostri collegi: sono essi che devono insistere al CNPI sulla base delle
nostre lamente sulla tutela della nostra professione.

Saluti.

Loris

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